Lotto n° 33  | Asta 606

Valutazione € 1.800  - 2.000 

Aggiudicato € 2.000 

In asta: 28 Marzo 2023 ore 15:00

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Agostino Cornacchini (Pescia, 1686 - Roma, 1754) (attr.) Cherubini Due sculture in legno intagliato e dorato (h. cm 53) Poggianti su base in pietra di epoca successiva (difetti)   Provenienza: Galleria Carlo Orsi, Milano   Cornacchini trasferitosi undicenne a Firenze, entrò nel 1697 nello studio di Giovanni Battista Foggini. In seguito, nel 1709, fu impegnato, per incarico del collezionista e antiquario inglese John Talman, nel disegnare le più importanti sculture italiane. A questo momento risale la sua prima opera documentata, una statua di Clemente XIV Albani, firmata e datata 1710, e collocata nella crociera del duomo di Urbino. Sempre in questi anni realizzò a Firenze apparati effimeri in occasione delle esequie dell’imperatore Giuseppe (1711) e della canonizzazione di papa Pio V (1712) e disegnò costumi per gli spettacoli del teatro della Pergola. Entrato in contatto con Francesco Maria Niccolò Gabburri, suo biografo, ne decorò la casa (palazzo Giuntini) con stucchi ora in parte distrutti e lo accompagnò a Roma nel 1712 dove, per interessamento del suo importante mecenate, gli fu possibile stabilirsi presso il cardinale Agostino Fabroni. A Roma eseguì due gruppi scultrorei: una Natività e una Deposizione ora nella biblioteca Fabroniana di Pistoia, eun Endimione dormiente in marmo del quale il cavalier Gabburri possedeva due varianti, una in bronzo e una in terracotta: un altro esemplare in bronzo era di proprietà del marchese Gino Capponi e fu esposto alla Santissima Annunziata nel 1724. Per la chiesa romana di San Celso al Corso eseguì verso la fine del secondo decennio i busti marmorei del Cardinale Luigi Omodei e del Cardinale Ferdinando d’Adda e per la cappella del Monte di Pietà scolpì una statua rappresentante la Speranza (1721-1724). A questo momento risale anche il bronzetto della Giuditta con la testa di Oloferne (Birmingham, City Museum and Art Gallery) eseguito per Maria Luisa de’ Medici. La felice ispirazione che caratterizza queste opere sembra cadere al momento della realizzazione del colossale Carlo Magno a cavallo per il nartece di San Pietro (1720-1725). Per San Pietro eseguì anche uno dei putti giganteschi a sostegno delle acquasantiere della navata e la grande statua di Elia, sempre nella navata. Alcune importanti commissioni in altre città testimoniano il diffondersi della sua fama al di là dei confini della capitale: per il Duomo di Orvieto scolpì in marmo un Arcangelo Michele (1727) e un Angelo custode (1729) a grandezza naturale di cui sono noti i bozzetti in terracotta e per la basilica di Superga di Torino un enorme rilievo con la Natività della Vergine (1730) e una Pietà per la cappella reale sotterranea, entrambi su disegno di Filippo Juvarra. Nel 1731 per il cardinale boemo Michele Federico d’Altham scolpì un San Giovanni Nepomuceno collocato sul ponte Milvio a Roma dove tuttora si trova. La carriera dello scultore fu favorita dall’elezione del papa fiorentino Clemente XII Corsini, che gli commissionò una Prudenza marmorea per la cappella Corsini in San Giovanni in Laterano eun rilievo con Sant’Andrea Corsini che interviene alla battaglia di Anghiari. Tra il 1735 e il 1737 scolpì una statua di Clemente XII per la città di Ancona e per la terrazza del colonnato di San Pietro eseguì una Sant’Orsola in travertino. Non è documentata l’attività dell’artista tra il 1737 e il 1754, anno della morte. Saltuariamente si cimentò in ambiti artistici diversi dalla scultura, progettando una fontana mai eseguita e una doppia scalinata per la chiesa dei Santi Stefano e Nicolò, entrami per la sua città natale.


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