Lotto n° 120  | Asta 606

Scheda critica

Valutazione € 6.500  - 7.000 

Aggiudicato € 13.000 

In asta: 28 Marzo 2023 ore 15:00

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Tommaso Bonazza (Venezia 1696 - 1775) (attr.) Metà del secolo XVIII Minerva Statua in pietra (h. cm 190) (difetti)   Le due imponenti statue (lotti 120 e 121) appartenenti ad un medesimo complesso scultoreo da giardino e presumibilmente in origine poste in dialogo iconografico e gestuale tra loro, rappresentano Minerva e Mercurio. La Dea della sapienza, simbolo dell'ingegno e dell'intelligenza, e guida delle attività intellettuali, è qui presentata nella sua accezione di divinità guerriera, abbigliata in vesti settecentesche, con ricco farsetto cinto alla vita da una spessa fusciacca, con un sofisticato elmo piumato, lancia e scudo. Il Dio Mercurio, il messaggero degli Dei, è invece identificabile per i consueti attributi del petaso alato, cappello a larghe falde dell’antica Grecia tipico dei viaggiatori, i calzari anche loro con ali, il gallo, annunciatore del nuovo giorno, un corno da richiamo impugnato con la mano destra, allusivo al ruolo di araldo, e una piccola saccoccia, per il ruolo di protettore degli scambi commerciali. L’estrosa ricchezza dell’abbigliamento delle due statue dalle peculiari pieghe a sacca alternate a ricadute verticali, la sofisticata invenzione del copricapo di Mercurio in precario equilibrio e quella del moderno elmo di Minerva coordinato alla fattura dello scudo dai lembi scartocciati, rimandano ai modi eccentrici della scultura veneta da giardino del Settecento, seppur qui tradotta in posture più compassate in sentore di Neoclassicismo. Possiamo trovare significative tangenze in particolare con le opere di Tommaso Bonazza (Semenzato 1966), figlio e collaboratore del più noto Giovanni, protagonisti entrambi della statuaria in villa nell’entroterra veneto, come la Fede e la Speranza in Santa Maria del Carmine a Padova (scolpite insieme al fratello Michelangelo nel 1734), il San Sebastiano nel santuario della Madonna del Pilastrello a Lendinara (Rovigo), e soprattutto, considerando la tematica affine, la Notte di Villa Duodo a Monselice attribuita a Tommaso intorno al 1730-1740 (Zanuso p. 181), e le due statue del Mezzogiorno, una sempre a Villa Duodo, l’altra a Villa Carlotta a Tramezzina (Ivi, pp. 182-183).   Per confronto si veda: - C. Semenzato, La scultura veneta del Seicento e del Settecento, Venezia 1966 - S. Zanuso, La scultura del Settecento a Villa Clerici, in Splendori del Settecento sul Lago di Como, a cura di M.A. Previtera, pp. 169-191.


Valutazione € 6.500  - 7.000 

Aggiudicato € 13.000 

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